Rognosi: Monti delle Pietre verdi

Monti Rognosi
Author

Francesco

Published

June 30, 2025

I Monti Rognosi, sono caratterizzati dalla presenza di ofioliti, un tipo di roccia magmatica ruvida dal colore scuro, che conferiscono un aspetto pietroso e brullo. Queste rocce raccontano una storia geologica e naturalistica unica.

Le rocce infatti si sono generate, durante la formazione degli Appennini, da alcuni lembi del fondale oceanico che si sono sollevati e si sono spostati verso la terraferma, dando così origine a tutto il sistema ofiolitico della Valtiberina.

Già dai tempi degli etruschi le rocce dei Monti Rognosi furono utilizzate per ricavare minerali preziosi come il rame. Le testimonianze più evidenti delle attività estrattive risalgono però agli ultimi secoli, soprattutto a partire dallo sfruttamento del Granducato di Toscana, mosso da Cosimo I dei Medici, ma incrementato notevolmente con l’avvento dei Lorena. Risalgono al 1700, sotto la supervisione del granduca Pietro Leopoldo, la costruzione dello stabilimento della “ferriera”, lungo il torrente Sovara, in luogo strategico per abbondanza di materie prime, legna e acqua.

Un altro elemento molto interessante è la vegetazione ofiolitica, caratterizzata da un aspetto brullo e discontinuo, con piante basse e rada vegetazione arborea, dovuta alla composizione chimica del substrato roccioso. Queste rocce, ricche di magnesio, nichel e cromo, risultano tossiche per molte piante, ma alcune specie si sono adattate sviluppando caratteristiche uniche: piante xerofile, termofile e spesso endemiche, con un elevato interesse naturalistico. Tra queste una pianta simbolo dei Monti Rognosi è la stipa, una graminacea che fiorisce tra giugno e settembre con infiorescenze piumose e leggere, di colore crema o argentato, che ondeggiano al vento.

Fioritura della Stipa

L’itinerario qui proposto permetterà di conoscere la storia di questi Monti, a piccoli passi tra fiumi, ferriere e rocce verdi!

Il percorso

Partenza dalla Fabbrica della Natura, Centro Visita della Riserva Naturale dei Monti Rognosi. Magnifico casolare in pietra, con una area picnic coperta, e alcuni percorsi didattici per scoprire la flora e la fauna della riserva. Purtroppo il centro è aperto solo il sabato pomeriggio, nel periodo primaverile - estivo, meriterebbe di essere ancora più valorizzato.

Fabbrica della Natura - Centro visita del Parco dei Monti Rognosi

Sul retro sono presenti tavolini, pannelli e percorsi didattici.

Si prende il sentiero segnalato in direzione Via della Ferriera, e si comincia a scendere in direzione del fiume Sovara. Dopo qualche centinaia di metri troviamo un bivio, in cui viene segnalata a destra la Ferriera, che possiamo visitare a pochi metri scendendo verso il fiume.

Si prende il sentiero segnalato come Via della Ferriera

L’antica Ferriera tra il Cerfone e il Sovara

Vista dall’alto del camino della fornace della Ferriera

Dopo la visita della Ferriera, riprendiamo il sentiero precedente e lo percorriamo in discesa fino a sentire il rumore del fiume, fino a giungere al Sovara. Qui a un incrocio (0.5 km dalla partenza) prendiamo un ponticello sulla sinistra, che costeggia il fiume in un bel bosco a galleria di frassini, noci e pioppi. (Attenzione: per un giro più breve, potremmo in alternativa prendere a destra, risalendo il sentiero fino a incrociare il viottolo delle miniere, riducendo l’anello di 3 km).

Si prende a sinistra al ponte sul Sovara

Troveremo un altro paio di ponticelli fino ad arrivare in prossimità del Conventino, attraversando un bel ponte di ferro (2 km dalla partenza). Questi era una delle più vecchie abbazie camaldolesi, eretta nel 840, e definitivamente chiusa nel 1786.

Un secondo ponte

Si prende a destra per arrivare al Conventino

Conventino, oggi privato

Poco prima della salita che porterebbe al Conventino, oggi residenza privata, si trova sulla sinistra il sentiero 094B da prendere, tenendo poco dopo la destra, in direzione Pian della Croce. Qui dopo poco scopriamo perchè i Monti sono Rognosi! Infatti inizia una breve ma ripida salita, con poca ombra data dai pini, uniche piante insieme ai ginepri che riescono a resistere a questi suoli brulli.

Prima del Conventino abbiamo trovato questo incrocio a sinistra, che percorriamo…

Si supera questa piccola radura…

…e si prende poi sentiero a destra. Inizia la salita!

La salita ci dà una visuale della vegetazione aspra dei Monti Rognosi

Si continua a salire, fino a imboccare il Viottolo delle Miniere sulla destra (3 km dalla partenza). Qui dopo poco si comincia a scendere, fino ad arrivare a un nuovo incrocio (4.4 km dalla partenza).

Arrivati in cima, si prende per il Viottolo delle Miniere a destra

A destra torneremmo al primo ponte che abbiamo incontrato, per ridurre la lunghezza del percorso. Noi invece continuiamo a sinistra, direzione Sdrucciolaia, sull sentiero che diventa in leggera salita.

Scendendo, si tiene la sinistra in mezza costa per andare verso la Sdrucciolaia…

Un sentiero stretto e gradevole che sale leggermente…

Si arriva a un Belvedere. A destra si scenderebbe verso il Laghetto delle Pecore, che visiteremo più tardi. Noi invece continuiamo a sinistra fino ad arrivare alla Sdrucciolaia, un piccolo tratto a ghiaione per la presenza di una vecchia frana, ma facilmente percorribile. Dal ghiaione, si può avvistare in basso il laghetto delle Pecore sopra citato.

…fino al Belvedere. Da qui si tiene sempre la sinistra (a destra scenderebbe a un laghetto delle pecore)

Ecco la Sdrucciolaia…

Mancano oramai poche centinaia di metri per arrivare a una capanna dei cacciatori, dove è presente un barbecue e dei tavolini dove possiamo sostare per pranzo.

Capanna dei cacciatori

Capanna dei Cacciatori. Ha un barbecue e dei tavolini

Dalla capanna, si prende la strada bianca, a destra, che ci riporterà fino alla Fabbrica della Natura. Nel percorso, dobbiamo tenere la destra al primo incrocio, e al successivo possiamo visitare sulla destra il laghetto delle pecore.

Si prende la destra quando la strada comincia a scendere

Laghetto delle pecore

Manca oramai poco, il tempo di attraversare il fiume Sovara per l’ultima volta (costeggiandolo sulla destra, c’è una pozza più profonda dove bagnarsi). Si giunge alla strada bianca che attraversiamo, e gli ultimi quattrocento metri in salita fino a incrociare il bivio a destra, con vista della Fabbrica della Natura.

Si attraversa il Sovara per l’ultima volta

Poche centinaia di metri in salita…

…per chiudere l’anello alla Fabbrica della Natura

Tutto il percorso è lungo 8.5 km, per un dislivello complessivo di 350 m. Volendo si può ridurre 3 km prendendo la destra al primo attraversamento del Sovara, oppure ridurlo evitando la Sdrucciolaia, dal Belvedere, scendendo per il Laghetto delle Pecore.

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