In Provincia di Arezzo un tempo nascevano due dei fiumi più importanti nella storia italiana: l’Arno e il Tevere. Nascevano, non nascono…
Il fiume “sacro ai destini di Roma” sorge oggi in Romagna, sul monte Fumaiolo, quasi al confine con la Toscana. Nel 1838 prima, la zona del Verghereto passò dalla provincia di Arezzo alla giurisdizione di Firenze. Ma fu poi nel 1923, per volere di Benito Mussolini, che le sorgenti del Tevere vennero traslocate in Emilia Romagna, nell’ambito dell’ideologia fascista che mirava a creare un parallelismo tra l’impero romano, e il regime fascista.
Lo stesso Mussolini fece costruire il monumento alla sorgente, inaugurato durante una solenne cerimonia nel 1934, su di essa appaiono tre teste di lupo sovrastate da un’aquila rivolta verso Roma (simbolo imperiale riutilizzato in epoca fascista), con incisa la frase retorica “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”.
Al di là della retorica e dell’ideologia, il Monte Fumaiolo è un luogo fresco con dei bei boschi, che merita di essere scoperto… a piccoli passi
Il percorso
Il punto di partenza è il Valico del Monte Fumaiolo.
Dal Valico, si imbocca il sentiero 00 che sale costeggiando l’hotel Paradiso fino al Rifugio Biancaneve.
Da qui si mantiene il sentiero 00 che supera tenendolo sulla destra il Rifugio, oltre il quale avvistiamo quello che rimane del vecchio impianto di risalita sci.
Continuando il sentiero comincia a scendere, bisogna fare attenzione agli incroci. Infatti abbandoniamo lo 00 per il sentiero 125A.
Si prosegue su questo sentiero, sempre facendo intenzione dopo pochi metri all’incrocio, in cui si deve seguire sempre il 125A in direzione Due Pozzere.
Si continua quindi, sempre facendo attenzione agli incroci , fino a giungere a un incrocio col sentiero 125, in cui viene segnalato sulla sinistra l’Eremo di Sant’Alberico.
La parte che inizia ora, che corrisponde al sentiero 125, trattasi della via granducale, che scende in un bellissimo fondo all’ombra dei faggi fino all’Eremo di Sant’Alberico. Lungo il percorso troveremo 7 cappelle votive fino all’Eremo.
Visitato l’eremo, ammiriamo il Faggio monumentale, all’imbocco del sentiero 133, ma poi riprendiamo il sentiero 125, che costeggia sulla destra l’Eremo, risalendo il sentiero
Il sentiero sale all’inizio all’ombra della faggeta, fino a trovare l’incrocio, da dove manteniamo il 125, svoltando prima a destra, e al successivo incrocio a sinistra, seguendo indicazioni per Faggio Scritto.
La nostra risalita ci porterà quindi a un grande spiazzo con un imposto per la legna, e delle panche. Dallo spiazzo, teniamo la sinistra sul sentiero 131, e dopo poco a un nuovo incrocio cerchiamo sulla sinistra la sbarra, che ci permette di seguire il sentiero 129 lungo un sentiero ombreggiato dagli abeti
Arriviamo così a un altro incrocio, dove riprendiamo a sinistra il sentiero fino a trovare il Rifugio GIuseppe. Aperto il weekend, ha all’interno l’occorrente per prepararsi il caffè per godere di una sosta. A poche centinaia di metri a valle si trova una fonte.
Si riparte prendendo il sentiero 129 (spalle al rifugio, si prende a destra), in un altro bel sentiero ombreggiato dove troviamo prima una fonte, e poi il rifugio Moia.
Non ci resta che prendere il sentiero 129, sopra all’area riparata dei tavoli, per raggiungere la strada provinciale. Da qui, si prende a sinistra e poi alla prima curva si fa l’ultima salita fino a tornare al Valico.
Da qui, non possiamo non concludere con una visita alle sorgenti del Tevere.
Tutto il percorso è lungo 12.5 km, per un dislivello complessivo di 430 m in salita. Volendo si può accorciare il percorso in più punti, o evitando di visitare l’Eremo di Sant’Alberico, oppure rientrare dopo l’Eremo verso il Rifugio Biancaneve.
Arezzo, città dei due fiumi
Come detto, ad Arezzo nascevano due tra i fiumi più importanti per la storia d’Italia, l’Arno (A Capodarno, alle pendici del Monte Falterona) e appunto il Tevere. Nascevano appunto, perchè se Capodarno si trova ancora nel territorio provinciale aretino, la zona del Verghereto passò prima a Firenze nel 1838, per poi essere trasferita alla regione Emilia-Romagna, per un decreto di Mussolini del 1923.
Non fu l’unico territorio che nello stesso periodo storico venne sottratto all’aretino. Con regio decreto del 2 gennaio 1927, alla provincia di Perugia vennero aggregati i comuni di Monte Santa Maria Tiberina e di Monterchi, che erano da decenni in lotta tra di loro per dispute territoriali. A tale decreto seguirono innumerevoli proteste da parte delle comunità interessate, ma solo Monterchi, nel giugno del 1938, riuscì ad ottenere il suo reinserimento nella provincia di Arezzo.
Ma il territorio di Arezzo possiede anche un exclave, ovvero una porzione di territorio, appartenente alla provincia, ma circondata da altra provincia (Rimini nel caso). Si tratta di Ca’ Raffaello, la cui annessione risale al 1607 quando l’allora granduca di Toscana Ferdinando I acquisì tali terre dai Gonzaga di Novellara.
Una altra storia incredibile è quella della Repubblica di Cospaia, un minuscolo stato indipendente per quasi quattro secoli a causa di errori sui. confini tra Repubblica di Firenze e lo Stato Pontificio, al confine tra Sansepolcro e San Giustino. Ne parleremo in un altro racconto-percorso.
Informazioni utili
Mappe consigliata: Valtiberina e Marca Toscana (CAI)
Presenza di fonti: si
Presenza di bracieri: no