Stragi Casentinesi, Moscaio

Stragi
Casentino
Memoria
Author

Francesco

Published

May 18, 2024

Se il 29 giugno è una data nera per le stragi in Valdambra, e il 16 luglio per le stragi Aretine, il 13 aprile 1944 segnò la sorte per le popolazioni dell’alto Casentino.

Si chiuderà con tre efferati eccidi: Vallucciole, Partina e Moscaio. Dell’eccidio di Partina parlerò in un prossimo post, mentre con questo racconto-percorso visiteremo alcuni borghi a ridosso della Vallesanta, Banzena, Moscaio e Giona. Un tempo piccoli e ridenti paesi, di oggi rimangono pochi abitanti, e qualche villeggiante, mentre alcuni abitati intorno Giona sono oramai in una fase di inarrestabile declino e oblio.

Eppure questi paesi, che sembrano quasi insignificanti oggi, un tempo rappresentavano un crocevia lungo la Via Maior, che da Porta San Clemente ad Arezzo giungeva in Romagna, passando dal passo Serra1. L’invito è quindi quello di percorrere questi paesi, e scoprire le loro storie, comprese quella delle stragi di Moscaio, per riscoprire e non dimenticare.

Il percorso

Il punto di partenza è dall’abitato di Banzena, raggiungibile da Bibbiena percorrendo la via del Santuario di Santa Maria del Sasso, che merita una sosta.

Dalla provinciale SP208 si stacca una strada per Banzena, Moscaio e Giona

Dalla strada si incrocia la SP208 e il cartello che indica Banzena, che raggiungiamo dopo circa un chilometro e mezzo. Si può parcheggiare l’auto poco dopo il paese, in prossimità dell’agriturismo “Sommo di Banzena”, dove c’è un parcheggio.

L’itinerario che si svolge da qui, è tutto su strade bianche, ed è pertanto fattibile sia a piedi che in bicicletta.

Si comincia l’itinerario con una passeggiata intorno al piccolo paese di Banzena, che ci offre le prime vedute sulla vallesanta e la Verna. E’ presente una fonte e la Chiesa, di cui si hanno notizie già dal 11552, dedicata ai SS. Michele e Donato. Sopra all’ingresso è posta una targa a ricordo dei caduti della Grande Guerra.

Particolare del campanile della chiesa

Targa commemorativa dei caduti della prima guerra

Dopo la visita di Banzena, si prosegue la strada in leggera salita, che dopo circa un chilometro ci porta alla minuscola frazione di Moscaio. Un monumento ricorda le vittime della strage nazista, avvenuta nella notte tra il 12 e 13 aprile.

Moscaio

Vista della Verna

Monumento della strage di Moscaio

Si continua quindi a percorrere la strada in salita fino a giungere, dopo poco più di un chilometro, a una vera e propria ghost town, Buca di Giona, abbandonato da anni.

Buca di Giona, alcune delle abitazioni

Buca di Giona, alcune delle abitazioni

Dopo la visita al borgo dimenticato, si continua fino a giungere dopo circa un chilometro a Giona di Sotto.

Giona di Sotto

Giona di Sotto

Da Giona di Sotto, è presente una deviazione che scende al fiume per giungere al bel paesino di Pezza. L’itinerario è segnato come facente parte della Via Romea Germanica, e questo tratto di sentiero lungo il fiume è particolarmente piacevole perchè hanno realizzato degli ‘omini di pietra’ a grandezza naturale.

Noi invece proseguiamo sulla strada forestale, con l’intenzione di visitare anche l’altro borgo di Giona di Sopra. Purtroppo giunti all’incrocio col sentiero CAI a sinistra, troviamo che il paese è inghiottito da una fittissima vegetazione.

Incrocio per Giona di Sopra, a sinistra

Il sentiero dopo poco diventa impenetrabile per la vegetazione infestante

Giona di Sopra, inghiottito dalla vegetazione

Decidiamo pertanto di rientrare sui nostri passi. Tutto il percorso è lungo 8.2 km per un dislivello in salita di 280 m.

Stragi di Moscaio

Come abbiamo già analizzato per la strage di Vallucciole (si veda precedente post), le stragi del 13 aprile 1944 rientrano in una ampia operazione repressiva che si abbattè sul territorio Casentinese, toccando principalmente Vallucciole, Partina e Moscaio.

Scrive Raffaello Sacconi, “…nella notte tra il 12 e 13 aprile, un reparto di SS tedesche ha compiuto una feroce rappresaglia. Sette giovani sono stati fatti alzare dal letto e massacrati a colpi di mitra. Nessun motivo ha indotto i tedeschi a compiere il massacro.3

Se per le stragi casentinesi si è parlato di rappresaglia per i due soldati tedeschi uccisi a Mulin di Bucchio, i fatti di Moscaio mostrano che questa non può essere una interpretazione accettabile. “A Moscaio i tedeschi non trovarono nessun partigiano, e i partigiani non avevano mai messo piede”4.

Informazioni utili

  • Mappa: Foreste Casentinesi (Ed. Monti), Foreste Casentinesi (Ed. MapTrek)
  • Portale della memoria in Casentino
  • Presenza di fonti: si
  • Presenza di bracieri: no

Footnotes

  1. A. Bacci - Strade romane e medievali nel territorio aretino. Editore Calosci, 412 pp↩︎

  2. La Chiesa di Banzena, dedicata ai SS. Michele e Donato, trovasi nominata fra le 18 antiche succursali della Pieve di Bibbiena, in un breve del Pontefice Adriano IV, del 2 maggio 1155 diretto a quel pievano e confermato nel 1207 dal Pontefice Innocenzo III. fonte: https://www.beweb.chiesacattolica.it↩︎

  3. R. Sacconi. Partigiani in Casentino e Val di Chiana. Quaderni dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, La Nuova Italia Ed. 290 pp.↩︎

  4. Sempre R. Sacconi. Partigiani in Casentino e Val di Chiana. Quaderni dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, La Nuova Italia Ed. 290 pp.↩︎

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