Sentieri partigiani in Pratomagno: Pratovalle

Pratomagno
Memoria
Author

Francesco

Published

April 5, 2024

Descrizione

Per la sua estensione, le caratteristiche geografiche ed orografiche, il Pratomagno è stato teatro di numerosi conflitti nell’Appennino. Nel massiccio operavano diversi raggruppamenti partigiani, in cui erano confluiti anche elementi in seguito ai rallestramenti del 13 aprile 1944 sul Monte Falterona, concomitanti alla strage di Vallucciole (di cui parlerò in un successivo post).

Mentre nel versante Casentino - Valdarno vennero costituiti quattro raggruppamenti, sotto il comando delle Brigate Garibaldi1, tra il Casentino e il Pratomagno aretino erano attestati i partigiani della 23° Brigata Garibaldi “Pio Borri”.

Anche nella zona tra Loro Ciuffenna e Castiglion Fibocchi agivano alcune formazioni autonome, che furono protagoniste di alcuni scontri coi tedeschi, a cui fecero eco anche varie stragi compiute nel territorio, che portarono alla morte di più di 70 persone nel solo territorio di Loro Ciuffenna.

Con questo racconto-percorso vi propongo la visita al ‘Cammino partigiano’ che è stato realizzato dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) del Valdarno a Pratovalle, vicino a San Giustino Valdarno. Luoghi meno conosciuti ai piedi del Pratomagno, degni di una passeggiata… a piccoli passi.

Il percorso

Premessa

Il ‘Cammino partigiano’ è un itinerario realizzato dall’ANPI Valdarno, che da Pratovalle arriva ad Anciolina e poi sopra la Panoramica (zona Gubbiana). La realizzazione del sentiero è iniziata a luglio del 20232; tuttavia, al momento del racconto (aprile 2024), il sentiero risulta tracciato - o comunque riconoscibile- solo per un breve tratto di poco più di un 1 km da Pratovalle. Pertanto, nell’itinerario che segue, viene proposto solo una versione ridotta del percorso, più facilmente percorribile, nella speranza che venga presto tracciata e segnalata anche la parte rimanente del ‘Cammino partigiano’.

Il percorso comincia da Pratovalle, che si raggiunge in una strada asfaltata a poco più di 5 km da San Giustino Valdarno. Si lascia l’auto in prossimità dell’abitato, e si prende a piedi la strada in direzione del cimitero, dove dopo pochi passi si vedono i cartelli che indicano il ‘Cammino partigiano’.

Da Pratovalle, si prende il sentiero verso il cimitero

Si sale per circa 300 metri, fino a trovare una bacheca di legno con alcune informazioni, e l’indicazione per il ‘Cammino partigiano’, da prendere a sinistra.

Bacheca che indica il cammino partigiano

Dopo pochi passi, troviamo una croce, che ricorda l’uccisione del partigiano Mario Zamponi. Qui, l’undici luglio 1944, Mario e Luigi Fini (1924 - 2003) furono coinvolti in uno scontro, in cui il primo fu ucciso, mentre il secondo riuscì a salvarsi gettandosi nel torrente.

Croce in memoria dell’uccisione del Partigiano M. Zamponi

Il sentiero che prendiamo, che costeggia sempre sulla destra il torrente Agna, passa per degli ex-castagneti da frutto, di cui sono presenti ancora bellissimi esemplari dalle notevoli dimensioni, anche se oramai deperienti, a testimonianza della notevole importanza che ha avuto la coltivazione di questo frutto nell’economia locale, in quanto veniva sia usato nell’alimentazione delle famiglie, sia per ottenere la farina nei mulini ad acqua.

Il sentiero passa tra castagneti da frutto…

…di cui si possono ammirare notevoli esemplari

Per questa prima parte del percorso, il sentiero è segnalato solo da vernice rossa, ma risulta abbastanza intuibile.

Il sentiero partigiano non è segnalato ma abbastanza evidente per il primo chilometro

Tuttavia dopo circa un chilometro, la traccia risulta meno evidente. Il consiglio pertanto è quello di ritornare sui propri passi, dopo aver visitato i primi castagneti (nella traccia è riportato anche una deviazione breve al torrente Agna). Il percorso breve è pertanto lungo 2.4 km, per un dislivello complessivo di 90 metri in salita.

Per chi se la sente invece di proseguire, ho segnalato un percorso ad anello, scaricabile a questo link.

Rientrati a Pratovalle, visitate il bel paese, a partire dal Molino vicino alla confluenza dei due torrenti (Agna e Ricastello)

Molino alle porte di Pratovalle

Pratovalle è un piccolo gioiello in pietra. Nella visita, merita soffermarsi alla piazzetta, dove c’è un monumento ai caduti della prima guerra, e una targa che ricorda l’uccisione del parroco Don Dante, che venne torturato ed ucciso 11 luglio 1944.

Piazzetta di Pratovalle dedicata ai Caduti di Pratovalle e Roveraia

Targa dedicata all’uccisione di Don Dante, torturato per aver protetto i partigiani

Terminata la visita al paesino di Pratovalle, approfittate per visitare anche i vicini paesi di Faeto, (dove è presente una piazza con un monumento in memoria ai caduti), e Casamona.

Stragi tra S. Giustino e Castiglion Fibocchi

Nel settore più meridionale, tra S. Giustino e Loro Ciuffenna, agivano alcune formazioni autonome, come “La Teppa” e “Mameli”. Quest’ultima fu l’unico gruppo partigiano della Provincia di Arezzo ad aver destituito un’autorità locale. Assunse infatti il potere sulla zona del Comune di Loro Ciuffenna, due mesi prima dell’arrivo delle truppe alleate3.

Ci furono parecchie azioni da parte dei partigiani nelle vicinanze di San Giustino, soprattutto verso la seconda metà di giugno del 1944.

Il 3 luglio del 1944, in risposta a un attacco di un gruppo di partigiani ad un automezzo, un distaccamento tedesco presso la villa La Grotta appiccò il fuoco alla villa e alle case coloniche. Vennero quindi rastrellate alcune persone, trovate sul posto, e dopo averle torturate ne vennero uccise nove, vietando ai superstiti di dar loro sepoltura.

Il 6 luglio del 1944, i tedeschi ritornarono in quei luoghi, catturando alcune persone mentre stavano cercando di seppellire i morti della strage precedente, insieme a molti altri rastrellati nella campagna. In totale, uccisero 31 persone, nella famigerata strage dell’Orenaccio. Un monumento lungo la strada Setteponti, che da S. Giustino va a Castiglion Fibocchi, ricorda il luogo della strage.

Anche tra Casamona, Faeto e Pratovalle ci furono alcuni scontri a partire dall’undici luglio del 1944. Nella stessa data, il prete di Faeto, Don Dante Ricci, fu torturato ed assassinato per aver dato assistenza ai partigiani e ai prigionieri di guerra durante la loro fuga.

Rispetto ad altri stragi, le informazioni disponibili su quanto avvenuto in questi luoghi, sono molto scarse, non solo - come ci si potrebbe aspettare - da parte tedesca, ma in generale anche da altre fonti4. Proprio per questo sono luoghi da visitare ancora oggi, ricordando che “nelle montagne dove caddero i partigiani […] dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità, li è nata la nostra Costituzione” (P. Calamandrei5).

Informazioni utili

  • Mappe consigliata: Pratomagno (CAI o DREAM)
  • Presenza di fonti: si
  • Presenza di bracieri: no

Footnotes

  1. G. ed E. Varlecchi. Potente. Aligi Barducci, comandante della Divisione Garibaldi “Arno”. A cura di M. Augusta e S. Timpanaro, Libreria Feltrinelli, Firenze 1975, p. 85.↩︎

  2. https://valdarnopost.it/cultura-valdarno/loro-ciuffenna-celebra-la-sua-liberazione-in-pratomagno-un-monumento-dedicato-ai-partigiani/↩︎

  3. https://arezzomassacri.weebly.com/loro-ciuffenna.html↩︎

  4. Sul tema del silenzio riporta un blog:

    Di fatto è molto difficile reperire rapporti accurati su come siano stati veramente uccisi gli abitanti del Comune di Loro Ciuffenna […]

    Rodolfo Chiosi (capo della Brigata Mameli) dà una spiegazione del vuoto di informazione in questo modo 

    Da quanto è avvenuta nel Valdarno, particolarmente sui pendici del Pratomagno, durante il periodo della lotta clandestina, sotto l’aspetto della Resistenza Armata, si può dire che quasi nulla è stata pubblicata...né poteva essere diversamente, in quanto a nessuno ho fornito alcuna documentazione dei fatti, che ci riguardavano da vicino”

    Un libro pubblicato dal Comune sembra finalmente dare una corretta visione dei fatti.  Riporta che […]

    interi borghi come Rocca Ricciarda bruciati, il 30 per cento delle abitazioni distrutte, sperimentò direttamente la ferocia nazifascista pagando ad altissimo prezzo la generosa ospitalità offerta nel Pratomagno alla Brigata ‘Mameli’.

    Tratto da: https://arezzomassacri.weebly.com/loro-ciuffenna.html↩︎

  5. Discorso sulla Costituzione pronunciato da Piero Calamandrei a Milano nel salone degli Affreschi della Società Umanitaria il 26 gennaio 1955 in occasione dell’inaugurazione di un ciclo di conferenze sulla Costituzione.↩︎

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