San Paolo in Alpe e la libera repubblica di Corniolo

Casentino
Romagna
Memoria
Author

Francesco

Published

July 18, 2024

Nella valle del Bidente e nella cosidetta Romagna Toscana già dalla fine del 1943 si formarono le prime compagnie partigiane, che intrecciarono spesso le loro attività con la formazione Casentino.

La posizione di Vallucciole, ai piedi del Falterona, e a poche ore dal Mugello ma soprattutto dai territori di Santa Sofia e San Paolo, rappresentava un crocevia di scambio per le molteplici realtà partigiane e per la fuga di ex prigionieri alleati verso l’Adriatico, oltre che una sicura destinazione in caso di drastiche ritirate1.

Fu per questo motivo che a partire dal 12 aprile 1944 tutto questo grande territorio che va dal versante meridionale del Falterona, la valle del Biserno, Castagno d’Andrea e il Passo dei Mandrioli furono oggetto di un grande rastrellamento tedesco, che ebbe il drammatico proseguio il giorno successivo, con le stragi di Vallucciole, Partina e Moscaio.

Questo racconto-percorso permette di conoscere San Paolo in Alpe, un meraviglioso pianoro erboso sospeso a mille metri, sullo sfondo delle foreste di Sasso Fratino.

Il percorso

Seguendo la Statale che da Stia sale verso il Passo della Calla, si prosegue per Campigna, e dopo circa 8 Km si nota sulla destra un piccolo incrocio, poco visibile, indicante ‘Sant’Agostino’. Si imbocca la strada che scende, attraversa il Bidente e inizia a risalire, ora sterrata ma sempre in buone condizioni. Lungo la strada sterrata possiamo trovare la Fonte della Miseria, dove possiamo fare il pieno di acqua. Un cartello racconta la storia della libera repubblica di Corniolo, che riportiamo anche nel paragrafo seguente.

Fonte della Miseria, è presente un barbecue, una fonte, dei tavolini coperti


Dopo 5 km si arriva a una sbarra, dove si parcheggia l’auto. Conviene parcheggiare nella curva prima della sbarra, dove c’è maggiore spazio; qui si può notare un sentierino che sale all’interno della faggeta fino a incontrare dopo poche centinaia di metri la strada forestale, che percorriamo sulla sinistra per circa 40’ in leggera salita, fino a incontrare una piccola edicola, che ci rivela che siamo giunti ai prati aperti dell’Alpe di San Paolo.

Alla curva prima della sbarra del Faggione, si prende un sentierino che sale poche centinaia di metri nel bosco

Si sale verso San Paolo, avendo alle spalle le foreste di Sasso Fratino (qui in foto sullo sfondo), sotto il crinale della Giogana

Non appena si intravede una edicola, dove probabilmente sorgeva la chiesa di San Paolo, significa che siamo arrivati al pianoro omonimo

Nel pianoro, in cui pascolano placidamente le mucche e i daini, è possibile vedere un grande edificio, di cui la parte ristrutturata ha al piano terra di fronte un bivacco sempre aperto, con camino, e sul lato destro un bivacco su due piani, su prenotazione. Il bivacco è gestito dall’associazione Tour de Bosc, ed è prenotabile al suo sito. Il bivacco ha otto posti letto in una camera, e una seconda stanza da pranzo con grande camino. Non è presente acqua nè luce. Il posto merita davvero per passare una serata a contatto con la natura.

Veduta dell’edificio di San Paolo dai pratoni a ovest

Interno del bivacco gestito

Oltre all’edificio, a ovest dei pratoni è presente, seminascosta tra i pini e gli ippocastani, la chiesa di Sant’Agostino, che venne distrutta dai tedeschi il 12 aprile del 1944.

La chiesa di Sant’Agostino, seminascosta in fondo al pianoro

Tutto il percorso di andata è lungo circa 2 km, per un dislivello di circa 80 metri in salita.

Battaglia di Biserno e San Paolo

Nel territorio tra Santa Sofia e San Paolo in Alpe sin dal settembre 1943 cominciarono a strutturarsi le prime compagnie, che poi si sarebbero riunite nella Brigata Garibaldi Romagnola. San Paolo in Alpe in particolare rappresentava un luogo chiave, tant’è che a partire dalla fine del marzo del 1944 in ottemperanza degli ordini impartiti dalle Brigate Garibaldi fiorentine e romagnole e dai vertici del CPCA di Arezzo, la maggior parte dei distaccamenti partigiani aveva lasciato le proprie zone di riferimento per trasferirsi nella Valle del Biserno, con l’obbiettivo di creare una grande brigata che operasse compattamente tra la Toscana Orientale, il Forlivese e il Cesenate.

Il Gruppo Casentino di Sacconi il 28 marzo prese la direzione degli aviolanci, da dove l’8 aprile 1944 gli alleati fecero arrivare un possente carico di materiale2.

Gli avvenimenti compresi tra fine marzo e i primi di aprile confermarono ai tedeschi l’esistenza tra il Casentino, il Mugello e la Romagna Toscana di una presenza sempre più importante delle formazioni partigiane. Fu per questo che ai primi di aprile venne deciso un massiccio rastrellamento, coinvolgente non solo il Reparto Esplorante, ma anche il reparto corazzato Panzer Division Hermann Göring, vari reparti della Wehrmacht e truppe di supporto della G.N.R. e dei Carabinieri3.

L’operazione ebbe inizio all’alba del 12 aprile 1944 con l’attacco tedesco a Biserno e le Celle, costringendo in una sanguinosissima battaglia gli avamposti partigiani. Nello stesso giorno, praticamente tutte le zone del Bidente vennero assediate, procurando il totale sbandamento delle formazioni partigiane. Lo stesso campo di San Paolo venne attaccato il 12 aprile dai tedeschi, che incendiarono la Chiesa e le abitazioni.

Il giorno dopo i tedeschi arrivarono in Casentino, dove compirono numerosi stragi (a Vallucciole, Partina e Moscaio il 13 aprile, a Badia Prataglia, a Casalino il 15 aprile, e nella Valle dell’Oia il 16 aprile).

Libera repubblica di Corniolo

Nei pressi della Fonte della Miseria, un cartello riporta la storia della libera repubblica che trascrivo sotto.

La “Libera Repubblica del Corniolo” è la denominazione assunta dal territorio circostante Corniolo che durante la Resistenza, su iniziativa del comandante dell’8° Brigata Garibaldi Riccardo Fedel, si autoproclamò indipendente il 2 febbraio 1944 o, secondo altre fonti, sin dal dicembre 1943, e tale rimase sino ai primi di marzo.

Qui i partigiani romagnoli, provenienti da Pian del Grado e dalle zone circostanti, rese inagibili e prive di mezzi di sostentamento dalle straordinarie e abbondanti nevicate cadute dal 10 al 15 Febbraio 1944, organizzarono una “zona libera” poi denominatà Distretto partigiano.

Con l’organizzazione della “zona libera” i partigiani si prefiggevano lo scopo di propagandare i principi della lotta partigiana, garantirsi i mezzi di sostentamento e la sicurezza, ottenendo al contempo il sostegno della popolazione alla quale fu assicurato il regolare svolgimento della vita cittadina, del servizio postale ed il funzionamento dell’asilo. l contadini vennero invitati a vendere il grano ed il bestiame al Comando partigiano ad un prezzo doppio di quello praticato dagli ammassi fascisti, la ripartizione dei prodotti tra mezzadri e proprietari venne stabilita in una quota molto favorevole ai mezzadri, furono riscosse le tasse secondo criteri equanimi ed erogate somme alle famiglie più disagiate. Ai primi di marzo, ritornata agibile la strada Santa Sofia-Campigna e perciò insostenibile la posizione tenuta, i partigiani lasciarono Corniolo e si spostarono a Strabatenza.

Informazioni utili

  • Mappa: Foreste Casentinesi (Ed. Monti), Foreste Casentinesi (Ed. MapTrek)

  • Barbecue: si

  • Fonti: si (Lungo il percorso in auto, a Fonte della Miseria)

Footnotes

  1. L. Grisolini - Vallucciole, 13 Aprile 1944. Storia, ricordo e memoria pubblica di una strage nazifascista. Regione Toscana, 256 pp.↩︎

  2. R. Sacconi - Partigiani in Casentino e Valdichiana. Quaderni Istituto Storico Resistenza Toscana, 290 pp.↩︎

  3. C. Gentile, La Divisione Hermann Göring in Toscana, in G. Fulvetti e F.Pelini, La politica del massacro, Ed. L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2006, pp. 218-220↩︎

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