Descrizione
Monte Lignano, così come Poti, sono giustamente considerate le montagne degli aretini. Con il suo parco attrezzato, in località Rigutinelli, è il luogo ideale per un picnic o una serata al fresco in estate, ed è allestito con panchine, bracieri, un ristorante, un’area faunistica, e una rete di sentieri. Negli ultimi anni, grazie all’impegno di un gruppo di appassionati (Monte Lignano bikers), la montagna è diventata sempre più frequentata anche dai ciclisti, grazie alla realizzazione di percorsi adatti alle mountain-bike. Dalla cima del monte, dove si erge ‘la croce’ di Lignano, si gode un panorama che abbraccia a 360° le montagne del Pratomagno, il Casentino, l’Alpe di Poti, per aprirsi sul Lago Trasimeno e la Val di Chiana, con il Monte Amiata e Cetona sullo sfondo.
Oltre ad essere una meta favorita per il relax estivo, Monte Lignano ha rivestito un ruolo chiave nel secondo conflitto mondiale per la liberazione di Arezzo, soprattutto nella prima metà del luglio 1944. Circondata per tre lati dalle montagne, Arezzo era strategica per i tedeschi, impegnati a tenere la città “a tutti i costi”, per rallentare l’avanzata degli alleati dalla linea naturale di avvicinamento, lungo la pianeggiante Val di Chiana. Per questo motivo, il Monte Lignano fu presidiato da una fitta rete di trincee, che permisero ai tedeschi di tenere la montagna fino alla sera del 15 luglio 1944, all’indomani della liberazione di Arezzo. Fu nelle poche settimane fra la fine di giugno e la prima metà di luglio del 1944 che si scatenò la barbarie nazi-fascista che costò alla popolazione della provincia aretina più di 1100 morti.
Il percorso
L’itinerario proposto permette di scoprire alcune delle tracce del conflitto che ha interessato il Monte Lignano nel luglio del 1944. Il punto di partenza dell’escursione sono le “Cinque Vie”, area attrezzata con bracieri, raggiungibile, per chi viene dalla Val di Chiana, continuando a salire sulla strada panoramica dopo il parco, oppure, per chi viene da Arezzo, dalla strada che dopo Gragnone sale verso la montagna.
Dalle Cinque Vie l’itinerario comincia a salire verso la strada forestale che porta alla Croce di Lignano, che corrisponde al sentiero CAI 551. Lungo il sentiero noteremo la presenza di stazioni della Via Crucis, realizzate agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso.
Il percorso procede inizialmente in salita, lungo la strada forestale, fintanto che a circa 800 metri, la strada ‘spiana’, all’altezza della seconda stazione della via Crucis. Continuando qualche decina di metri è possibile notare, facendo attenzione, tracce di un sentiero che si arrampica sul poggetto a sinistra, che bisogna seguire per raggiungere la prima postazione per mitragliatrice, situata sulla cima del poggio sovrastante la località Cosimano.
Una volta visitata la prima postazione, si ritorna nel sentiero principale che inizia a salire leggermente, in direzione della cima di Lignano. Dopo altri 700 metri si giunge ad uno spiazzo, dove possiamo notare sulla destra la terza delle stazioni della Via Crucis, e pochi metri più avanti un sentiero segnalato a sinistra, frequentato dai ciclisti (‘L’Ignaro’).
Continuando per poche decine di metri, in prossimità di un altro incrocio, è possibile osservare sulla sinistra, a pochi metri sotto il sentiero, la seconda postazione tedesca, in località Casaccia.
Riferisce Pietro Gallorini1, che nelle pineta adiacente alla postazione, c’era un piccolo ospedale da campo, e i feriti che morivano venivano sepolti nelle vicinanze. Nel luglio del 1994 sono stati qui recuperate tre salme di soldati tedeschi, morti nel 1944.
Una volta visitata la seconda postazione della Casaccia, torniamo indietro sui nostri passi, fino al punto di partenza. Per farlo, possiamo seguire il sentiero ‘L’Ignaro’, facendo attenzione all’eventuale passaggio di mountain bike, e al primo incrocio giriamo a sinistra per continuare fino alle Cinque Vie.
Poco dopo l’incrocio, si può notare, sulla sinistra, i ruderi del podere Cosimano, oramai ‘inghiottito’ dalla vegetazione. Una volta rientrati alle Cinque Vie, ci dirigiamo in direzione opposta, sempre seguendo il sentiero CAI 551, fino ad arrivare ad un’imponente abitazione, in località Frugnolo. L’edificio, noto come Villa Sandrelli, faceva parte della fattoria di Carlo Sandrelli a Vitiano. Fra la fine di giugno e i primi mesi di luglio 1944, la villa divenne la sede del Comando di Compagnia tedesco. A pochi passi dalla abitazione si può notare una croce che ricorda che lì, il 4 luglio 1944, venne ucciso Padre Paolo Roggi, un frate marista, perchè ritenuto una spia travestita.
Fu questo periodo, tra la fine di giugno e il 16 luglio del 1944, il periodo forse più critico per la popolazione aretina: stretti dalla avanzata degli alleati e dei partigiani, temendo infiltrati nella popolazione, i tedeschi compirono moltre stragi, fra cui ricordiamo nelle vicinanze, la strage di Badicroce tra il 3 e il 9 luglio del 1944, e le stragi avvenute a Poti e San Polo.
Terminata la visita alla Croce e alla Villa, possiamo rientrare sui nostri passi fino alle Cinque Vie, seguendo il sentiero 551 fatto all’andata.
Tutto il percorso è lungo 6.44 km, per un dislivello complessivo in salita di 181 metri.
La battaglia per Arezzo
La battaglia per Arezzo iniziò il 4 luglio del 1944 quando, all’indomani della liberazione della città di Cortona e Castiglion Fiorentino da parte del XIII Corpo d’Armata inglese, iniziò la manovra di consolidamento nella Valdichiana conquistata, e l’avanzamento verso Monte Lignano2. I tedeschi avevano l’ordine di tenere Arezzo a tutti i costi, anche al fine di rallentare l’avanzata degli alleati, in attesa del consolidamento della linea Gotica.
Mentre i soldati inglesi avanzavano dall’Alta Valle del Tevere su Arezzo, a causa della difficoltà di stanare i tedeschi dalle montagne, dovettero attendere che anche altre Unità avanzassero e solo il 15 luglio, il XIII Corpo dette inizio all’attacco definitivo per giungere a Arezzo, facendosi precedere da un nutrito bombardamento aereo. Furono due le Divisioni che avanzarono, la VI Corazzata dal lato della dorsale che separa la Val di Chiana dal senese, e la II Neozelandese sulla destra, sostenuta anche dai Gurkha della IV divisione indiana, alle pendici del monte Lignano. Purtroppo Lignano ‘mise il cappello’ la sera del 12 luglio: un rovescio temporalesco che si protrasse tra il 13 e il 14 luglio, che causò il ritardo della liberazione del monte, e quindi l’ingresso congiunto dei partigiani e alleati tra il 14 e il 15 luglio. Così, il XIII Corpo inglese dovette attendere che la divisione Neozelandese sfondasse sul Monte Lignano, dando il tempo ai tedeschi di attuare la strage di Pietramala, Molin del Falchi, San Severo e San Polo.
Informazioni utili
- Mappa: Mappa dei sentieri di Lignano
- Punti di appoggio: Ristorante il Toscano di Lignano
- Presenza di fonti: si (al parco di Rigutinelli)
- Presenza di bracieri: si